Le conseguenze della pandemia sull’equilibrio economico, sociale e ambientale hanno portato nel 2020 alla diminuzione del Global SDG Index, con la brusca interruzione del positivo percorso di sviluppo sostenibile globale dovuto all’aumento del tasso di povertà e disoccupazione.
Questo è quanto emerge dal Sustainable Development Report pubblicato dalla Cambridge University Press, uno studio dello stato di avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite in relazione agli impatti del Covid-19 sul panorama globale.

La necessità primaria di contenere e superare la pandemia da parte governi mondiali ha ulteriormente messo in luce la disparità di risorse a disposizione da parte dei paesi ad alto reddito, che hanno attinto ai finanziamenti di mercato per far fronte all’emergenza, ed i paesi in via di sviluppo i quali, non disponendo dello spazio finanziario necessario ad allinearsi ai piani di ripresa, faticano ad uscire dallo stato di emergenza economico e finanziario.
Ciò che ne consegue è un forte indebitamento fiscale con ricadute socioeconomiche ed ambientali, con i paradisi fiscali che minano la capacità di altri paesi di mobilitare risorse economiche necessarie al raggiungimento degli standard SDG.

Come far fronte a questo scenario?
Innanzitutto agire in termini di riforme fiscali globali per aumentare le entrate del governo nei paesi in via di sviluppo attraverso:
– Una migliore gestione monetaria globale con una conseguente crescita della liquidità;
– Una più efficace riscossione delle imposte;
– Una maggiore aperture delle banche nella gestione dei finanziamenti;
– La cancellazione del debito

Le spese fiscali dovrebbero sostenere le Sei Trasformazioni chiave per gli SDGs analizzate nel report: Educazione, genere e disuguaglianza; Salute, benessere e demografia; Decarbonizzazione energetica e industria sostenibile; Cibo, terra, acqua e oceani sostenibili; Città e comunità Sostenibili; Rivoluzione digitale per lo sviluppo sostenibile.

Ragionare in un’ottica di raggiungimento degli standard SDG e di applicazione delle 6 trasformazioni chiave porterebbe ad una ripresa dalla pandemia sostenibile, inclusiva e resiliente.
Nel periodo precedente alla pandemia erano stati compiuti progressi significativi in diverse parti del mondo, con Bangladesh, Costa d’Avorio e Afghanistan in testa e Venezuela, Tuvalu e Brasile in coda con maggiori difficoltà.

In questo scenario l’Italia si poneva al 26° posto, con variazioni poco significative in termini di raggiungimento degli obiettivi. Si osservano miglioramenti rispetto all’anno precedente per l’obiettivo 6 (Acqua e servizi igienico-sanitari) e 7 (Energia pulita e accessibile). Rimangono più criticità per gli obiettivi 9 (Imprese, innovazioni e infrastrutture), 13 (Lotta contro il cambiamento climatico) e 14 (Vita sott’acqua). Peggiora anche il trend dell’obiettivo 15 (Vita sulla terra) mentre migliora quello del 3 (Salute e benessere), anche se sono attesi peggioramenti a causa della pandemia.

La netta riduzione prestazionale a livello globale non trova ancora netta evidenza nel rapporto in quanto, secondo gli autori, molti indicatori relativi al 2020 non sono ancora disponibili a causa di ritardi nelle statistiche internazionali.

Maggiori approfondimenti nel report completo.

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